domenica 5 maggio 2013

Un gene è fatto di DNA

Nel 1920, degli esperimenti hanno dimostrato che un ceppo di batteri innocui poteva diventare infettivo quando veniva miscelato con un ceppo virulento di batteri che erano già stati uccisi. I batteri morti a quanto pare fornivano una certa sostanza chimica che "trasformava" i batteri innocui in virus che infettavano. Questo cosiddetto "principio trasformante" sembrava essere un gene.  

I geni sono localizzati nei cromosomi (negli anni '40).
I cromosomi sono formati da atomi disposti in molecole. Iniziò allora la genetica molecolare, per capire la struttura chimica dei cromosomi, per poi comprendere il loro ruolo, altri dicevano che era impossibile.
Le prime analisi rivelarono che il cromosoma eucariote è formata sia dal DNA (polimero formato da 4 nucleotidi) sia dalle proteine (polimeri di amminoacidi, i quali sono 20). Essendo che le proteine possedevano maggiori combinazioni possibili rispetto al DNA, si pensò che esse erano le vere depositarie dei geni, e che quindi essei fossero di natura proteica, ipotesi che sarà poi smentita.

Nel 1943, Oswald T. Avery e il suo team, presso il Rockefeller Institute analizzando i risultati di esperimenti indotti su alcuni batteri, scoprirono che il DNA era il portatore del materiale genetico, e non le proteine. Ciò fu difficile da dimostrare, dato che i batteri erano considerati esseri “inferiori”, e la convinzione che le proteine fossero le portatrici del materiale genetico.