Circa
4,6 miliardi di anni fa una nebulosa (insieme di materiali rarefatti
e distribuiti in uno spazio molto esteso) originò il Protosole, e
quindi il nostro primordiale sistema solare, mentre altri frammenti
si agglomerarono fra loro, originando i pianeti, fra i quali la terra
(circa 4,5 miliardi di anni fa). Le rocce terrestri più antiche
risalgono a 4,2 – 3,8 miliardi di anni, ritrovate in giacimenti
come la Groenlandia; ma come mai non rimangono più tracce di rocce
prima di 4,2 miliardi di anni fa? In quel periodo era presente
un'ininterrotta pioggia di planetesimi (oggetti rocciosi primordiali)
che colpirono i pianeti fino a 3,8 miliardi di anni fa, facendo sì
che le rocce, a causa dell'impatto di questi corpi celesti si
frantumassero o si fusero per l'enorme energia cinetica che questi
corpi possedevano. Le prove di questo bombardamento le troviamo sulla
luna, ovvero i famosi crateri lunari, mentre quelli terrestri sono
stati cancellati da agenti esterni. Nel frattempo la terra cominciò
ad aumentare la propria temperatura per tre cause principali:
1) Ogni
planetesimo che impattava, trasformava la propria energia cinetica in
energia termica, in parte dissipata nello spazio, ma anche assorbita;
2) Le
parti interne del pianeta venivano sempre più compresse,
incrementando notevolmente il proprio calore, il quale si dissipava a
fatica, data la scarsa conduttività delle rocce;
3) Infine
la radioattività di alcuni elementi (uranio e torio soprattutto)
faceva emettere atomi che venivano assorbiti dalle rocce,
trasformando l'energia cinetica degli atomi in energia termica.