Il
nostro pianeta può essere paragonato ad una sorte di <<macchina
termica>> perché al suo interno la temperatura è molto
elevata e disperde continuamente calore dalla propria superficie,
favorendo l'attività geologica di molti fenomeni nella parte
superiore della terra (terremoti, vulcani, fondali oceanici e catene
montuose).
Dalla seconda metà degli anni '60 del secolo scorso si
estese nel mondo scientifico la cosiddetta teoria tettonica delle
placche, la quale studia i movimenti delle placche litosferiche: esse
sono prevalentemente granitiche (continentali) o basaltiche
(oceaniche), costituite entrambe da silicati, quelle continentali da
silicati di alluminio, mentre quelle oceaniche da silicati de ferro,
provocandone un punto di fusione più elevato rispetto a quelle
granitiche.
Ma qual'è la causa che scatena il movimento di queste
placche?
I moti convettivi, movimenti estremamente lenti data la
viscosità dei materiali coinvolti che effettuano degli spostamenti
fra le varie placche fra i 2 cm e i 15 cm. Durante i moti convettivi,
il materiale caldo sale dal mantello, dato l'aumento del proprio
volume e la conseguente diminuzione di densità, il quale esce da una
profonda fessura chiamata rift valley, presente al centro di due
dorsali oceaniche; qui la materia si solidifica, inspessendo la
litosfera. Dopodiché tra due placche contigue, capita che una
sprofondi sotto quell'altra e venga assorbita dalla terra nuovamente,
definendo tale processo subduzione.
Questo meccanismo si realizza con
molta difficoltà quando due placche continentali (densità = 2,7 –
2,8 g/cm3) si scontrano fra di loro e per penetrare in profondità,
incontrando una placca oceanica (densità = 3,3 g/cm3). Pertanto la
terra non scambia materia con l'esterno, ad eccezione di qualche
polvere cosmica, ma termodinamicamente è un ciclo aperto perché
molto calore è disperso.
Per concludere, tutte le placche
litosferiche sono distinte in base al movimento dei loro margini
rispetto a quelle contigue a loro:
1) Margini
divergenti o in accrescimento (o costruttivi), corrispondenti alle
dorsali oceaniche, dove le placche si allontanano, formando nuova
crosta oceanica;
2) Margini convergenti o in consunzione (o
distruttivi), corrispondenti alle zone di subduzione;
3) Margini
trasformi o conservativi, dove le placche continentali o oceaniche
scorrono l'una accanto all'altra in direzioni opposte, e le superfici
rimangono quasi immutate.