domenica 6 ottobre 2013

Come funziona la "macchina" terra

Il nostro pianeta può essere paragonato ad una sorte di <<macchina termica>> perché al suo interno la temperatura è molto elevata e disperde continuamente calore dalla propria superficie, favorendo l'attività geologica di molti fenomeni nella parte superiore della terra (terremoti, vulcani, fondali oceanici e catene montuose).
Dalla seconda metà degli anni '60 del secolo scorso si estese nel mondo scientifico la cosiddetta teoria tettonica delle placche, la quale studia i movimenti delle placche litosferiche: esse sono prevalentemente granitiche (continentali) o basaltiche (oceaniche), costituite entrambe da silicati, quelle continentali da silicati di alluminio, mentre quelle oceaniche da silicati de ferro, provocandone un punto di fusione più elevato rispetto a quelle granitiche.


Ma qual'è la causa che scatena il movimento di queste placche? 
I moti convettivi, movimenti estremamente lenti data la viscosità dei materiali coinvolti che effettuano degli spostamenti fra le varie placche fra i 2 cm e i 15 cm. Durante i moti convettivi, il materiale caldo sale dal mantello, dato l'aumento del proprio volume e la conseguente diminuzione di densità, il quale esce da una profonda fessura chiamata rift valley, presente al centro di due dorsali oceaniche; qui la materia si solidifica, inspessendo la litosfera. Dopodiché tra due placche contigue, capita che una sprofondi sotto quell'altra e venga assorbita dalla terra nuovamente, definendo tale processo subduzione.


Questo meccanismo si realizza con molta difficoltà quando due placche continentali (densità = 2,7 – 2,8 g/cm3) si scontrano fra di loro e per penetrare in profondità, incontrando una placca oceanica (densità = 3,3 g/cm3). Pertanto la terra non scambia materia con l'esterno, ad eccezione di qualche polvere cosmica, ma termodinamicamente è un ciclo aperto perché molto calore è disperso.
Per concludere, tutte le placche litosferiche sono distinte in base al movimento dei loro margini rispetto a quelle contigue a loro:
 
1) Margini divergenti o in accrescimento (o costruttivi), corrispondenti alle dorsali oceaniche, dove le placche si allontanano, formando nuova crosta oceanica;
2) Margini convergenti o in consunzione (o distruttivi), corrispondenti alle zone di subduzione; 
3) Margini trasformi o conservativi, dove le placche continentali o oceaniche scorrono l'una accanto all'altra in direzioni opposte, e le superfici rimangono quasi immutate.